Microcredito e start up: le nuove forme di rilancio economico nel cassinate
Siamo ormai entrati nell’undicesimo anno della crisi che attanaglia il mondo occidentale, crisi che nel 2008 colpì prima gli USA e, dopo poco tempo, l’Europa sino ad avere le sue ripercussioni sull’intera economia mondiale.
In questi lunghi anni sono state messe in campo strategie diverse, studiate ad hoc da economisti di fama nazionale e persino mondiale, ma con scarsi risultati.
In Italia, per esempio, si è passati dalla tanto nota economia dell’austerity a quella basata sull’aumento delle tasse, ma, come è noto, nessuna è stata in grado di tirarci fuori dal pantano, nessuna è stata vincente, tanto che ancora oggi non si riescono ad immaginare soluzioni.
L’unica cosa certa che sappiamo è che questa crisi non assomiglia a nessuna delle precedenti.
Lo stesso modello economico sorto negli anni ’30 del secolo scorso per rispondere alla crisi americana del 1929, oggi non funziona più.
La realtà ci ha dimostrato che le risposte attuali, concentrate su un sistema vecchio, sono antiquate, non rispondenti alle problematiche attuali e se anche riuscissero a far ripartire l’ingranaggio potrebbero essere valide per un decennio al massimo, perché la ripresa economica sarebbe solo la conseguenza di una ripresa dei consumi.
Bisogna rendersi conto, invece, che non ci troviamo di fronte ad un’epoca di cambiamenti, ma ad un cambiamento d’epoca.
Il processo produttivo si è trasformato profondamente e tutto ciò è avvenuto con una rapidità tale che ci ha trovati impreparati.
Il vecchio modello di impresa chiuso, monolitico non è più attuale, non è più sostenibile.
Fare sistema, unire mondi, far dialogare i protagonisti che muovono e rendono produttivo il Paese è fondamentale ed indispensabile.
Oggi sono necessari “uomini-ponte” che facciano da collante tra le diverse realtà, dice Jamil Ashour, presidente “Confassociazioni Giovani e Star up”.
L’industria 4.0, figlia della rivoluzione informatica, è già presente e da qui la necessità di creare collaborazione, di organizzare percorsi nuovi, eventi nuovi.
Composta di macchine completamente interconnesse, che “dialogano” le une con le altre, che effettuano autodiagnostica e manutenzione preventiva, sono il risultato del progresso e dell’evoluzione tecnologica.
Le fabbriche 4.0 giungeranno, in breve tempo a compiere azioni inimmaginabili per la maggior parte delle persone, come prevedere in autonomia il grado di fallimento produttivo, adattare le migliori misure di prevenzione, mettere in campo azioni di auto-riparazioni e approvvigionarsi di energia senza sprechi , al minor costo.
In questa nuova realtà ci si domanda: qual è il destino dei giovani italiani?
In un Paese dove essere giovani sembra essere una colpa, in un Paese dove si ha la percentuale più alta di NEET (giovani che né studiano né lavorano) d’Europa, in un Paese dove il tasso di disoccupazione giovanile è secondo solo alla Grecia?
Il Governo, per far fronte a questo problema, deve cominciare ad attivare una politica europea vera, deve redigere e mettere in campo un progetto valido, deve chiedere finanziamenti all’Europa, deve fare qualcosa per far arrivare i finanziamenti e distribuirli in modo oculato.
Deve mettere sul campo strategie in grado di costruire una cultura nuova sul tema del lavoro.
Deve far risorgere nei giovani la fiducia, il senso di responsabilità, dimostrando che le opportunità ci sono, gli strumenti ci sono, basta saperne fare l’uso giusto.
Tra le varie opportunità rivolte ai giovani, ora esistenti, non bisogna dimenticare la possibilità di poter realizzare una Start Up, grazie all’aiuto che lo Stato mette a disposizione attraverso la forma del “Microcredito”, come si legge nella Legge di Bilancio 2017 e successivamente nel DEF (Documento di Economia e Finanza), dove il Governo giallo-verde ha attuato un vero e proprio cambiamento a favore delle piccole e medie imprese e a scapito delle grandi aziende.
Il Microcredito è una straordinaria possibilità di lotta alla povertà, un aiuto concreto ai giovani che, per un motivo o per un altro, non sono bancabili, ha spiegato Alessio Carlino, presidente Asseimprenditori, durante il convegno tenutosi nell’aula Restagno venerdì 12 aprile.
Già impegnato sul fronte lavoro e promotore, fra l’altro, del “Protocollo d’Intesa Lavoro”, sottoscritto con l’Università e gli Istituti scolastici di Cassino, Alessio Carlino ha precisato che oggi l’organismo del Microcredito si è arricchito di una nuova figura, quella del tutor, che accompagna, passo dopo passo, chi vuole fare il ”nuovo imprenditore” e che gode del fondo di garanzia, delle semplificazioni amministrative, di importanti agevolazioni fiscali, del diritto fallimentare.
Cassino, città moderna, nata sulle ceneri e sui ruderi delle abitazioni abbattute durante la Seconda guerra mondiale, ricca di cultura e di importanti poli universitari, mostra profonde ferite, conseguenti alla crisi che attanaglia l’Italia e l’Europa intera.
Manca di imprese, manca delle condizioni necessarie perché i suoi giovani rampolli possano avere il coraggio di rimboccarsi le maniche e creare start up, diventando autonomi.
La classe politica che dovrebbe avere a cuore la sorte dei suoi giovani figli, le banche che dovrebbero garantire solo per il 20% i loro progetti, non solo ignorano le richieste, ma non mostrano nessuna condizione di avvicinamento, nessuna sensibilità nei loro riguardi.
Se in alcune città del nord, come, per esempio, Torino, l’organismo del Microcredito è molto diffuso e le richieste sono molto alte, ciò significa che godono del favore della politica e delle banche, ciò vuol dire che nella nostra città c’è una cattiva cultura del lavoro.
E’ necessario, perciò una maggiore collaborazione, è necessario realizzare una politica che permetta di accedere ai fondi europei, è necessario che la classe politica locale non si frapponga, creando barriere e non permettendo a chi non è dalla sua parte di rimanere dietro, di non avere le stesse possibilità degli altri.
Tutto ciò potrebbe essere superato, attraverso una maggiore sensibilizzazione, attraverso una maggiore informazione, attraverso convegni, incontri, confronti, dibattiti, in modo che si formi una nuova cultura del lavoro, dove, sia le banche sia la politica, possano dare il proprio contributo.
Solo se ciò avverrà, si potranno gettare le basi per una nuova classe imprenditoriale cassinate, solo cosi quelli capaci avranno la possibilità di dimostrare che i giovani hanno idee innovative chiare e che il sogno di ciascuno di loro può avverarsi, basta solo avere la fierezza e la voglia di realizzarlo.
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