La grandezza di Roma tra storia e leggenda
La parabola della storia di Roma, che ha inizio sul colle Paladino, dove sono state trovate tracce dei primi insediamenti umani intorno alla metà del nono secolo a.C., sino all’apogeo della sua potenza sotto l’Impero degli Antonini (fino al 190 d.C.), ancora oggi suscita la meraviglia sia nello studioso specialista che nel semplice ammiratore della sua grandezza.
Dalla timida e faticosa conquista del Lazio e dell’Italia centrale e poi di tutta la penisola, sino alla sottomissione dei territori d’oriente e d’occidente, tanto da poter definire il Mediterraneo con il termine di “mare nostrum”, non si può non riconoscere che la storia documentata, che attesta la realtà di questi avvenimenti, si colora di leggenda.
Da una tribù di semplici pastori è scaturita una potenza politico-militare che non aveva nemici validi che potessero sbarrarle il passo.
E che dire, poi, della civiltà romana che ha unificato l’Europa sul piano linguistico, sociale, di costume, nella giustizia, con preciso riferimento a leggi certe e giuste.
Un cittadino romano che si trovava in Africa, in Spagna, in Gallia o in altre regioni che facevano parte della compagine romana poteva parlare la sua lingua perché tutti lo capivano e potevano prendere parte al discorso.
Gli storici romani accolsero la leggenda della Fondazione di Roma da parte di Romolo e Remo e ne fecero oggetto di storia tramandandola ai posteri.
Molti di essi erano consapevoli che si trattava di una leggenda all’interno della quale l’umano e il divino si confondevano, ma sottolineavano che questa leggenda era accettabile nella storia di un popolo che da timidi inizi aveva creato un impero quale mai nessun altro popolo, sino a quel tempo, era riuscito a creare.
Perciò bisogna ancora una volta ribadire che quella leggenda della fondazione di Roma, della quale oggi 21 aprile cade l’anniversario, è come se fosse storia autentica perché iscritta in un contesto di fatti e avvenimenti, sanciti dalla critica, che si colorano di leggenda e suscitano ancora stupore e meraviglia nell’animo di chiunque ne viene a conoscenza.
Il 21 aprile, come data della fondazione di Roma, non viene più ricordato nei testi per uso scolastico perché la critica storica ne ha dimostrato l’infondatezza.
A noi, invece, piace ricordarla, questa data, nella prospettiva di reciprocità storico-leggendaria che abbiamo cercato di spiegare brevemente e che pone in primo piano un popolo che unificò i popoli d’Europa in un unico grande Stato e che pose le basi di quella compagine europea che oggi, dopo tante vicissitudini, sembra diventare una realtà.
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